Il mio corpo lo conosco?
COME FAVORIRE UNA MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA CORPOREA NEI BAMBINI.
E’ nella libertà del movimento che impariamo a sentire il nostro corpo
La consapevolezza corporea è sicuramente un aspetto importante da tenere presente nella crescita dei bambini, essa infatti favorisce l’equilibrio, il controllo del corpo, una maggiore attenzione verso il movimento e verso lo spazio e l’ambiente che ci circonda.
Molte volte incontro genitori o insegnanti che mi parlano di bambini che hanno poca percezione di sé, risultando così un pò sbadati, a volte impacciati o con uno scarso senso del pericolo, che cadono spesso facendosi male o che inciampano prestando poca attenzione agli ostacoli che a volte li circondano. Bambini che faticano a calibrare la velocità del movimento quando devono affrontare una discesa, perdendo così il controllo, o ancora che quando cadono non mettono le mani in avanti.
La domanda quindi sorge spontanea, da cosa può essere dovuta questa “disattenzione” e scarsa consapevolezza di sè?
I motivi possono essere diversi, la prima cosa da fare quando un bambino cade spesso o sembra poco attento all’ambiente circostante, è accertarsi che ci veda e che ci senta bene. Oltre a questo è importante anche escludere qualsiasi altra difficoltà legata a vari ed eventuali deficit motori di qualsiasi tipologia ed intensità, come potrebbe essere un iperlassità legamentosa, una disprassia, un tono muscolare eccessivamente rigido, lo zoppicamento ecc.
Quando da un punto di vista fisiologico siamo certi che il bambino sta bene, allora possiamo fare altre riflessioni.
L’esperienza che facciamo vivere ai bambini è davvero fondamentale e qui noi adulti abbiamo davvero un ruolo importante! Molte volte infatti ci facciamo prendere dall’ansia e dalla paura che il nostro bambino o bambina si possa fare male o che si trovi in una situazione di rischio o difficoltà. Il nostro essere genitori ci porta giustamente ad essere molto protettivi, a volte forse un pò troppo, nei confronti dei nostri bambini e per questo ci sentiamo in dovere di prevenire situazioni di difficoltà in cui il bambino potrebbe trovarsi, modificando l’ambiente in modo che risulti più sicuro e privo di pericoli, anticipando alcune mosse o azioni del bambino, o fornendo ai piccoli alcuni ausili a supporto del movimento che però ahimè tendono a dare informazioni sbagliate rispetto l’ambiente che lo circonda.
Ma andiamo per ordine!
Tranquillizziamoci tutti nel pensare che è normale e naturale avere timore che il proprio bimbo/bimba possa farsi male cadendo. Una volta però accettata questa cosa, è importante fare uno sforzo, cercando sicuramente di guardare il nostro bimbo in modo da essere pronti ad intervenire qual’ora ci fosse davvero una situazione in cui rischierebbe di farsi male, ma allo stesso tempo dobbiamo imparare ad aspettare quando vorremmo invece intervenire e a rispettare il suo bisogno di scoperta!
Ecco 2 punti da tenere presente:
- I bambini sono esseri competenti. Per istinto un bambino è curioso ma anche prudente, non ha come primo impulso quello di farsi male, e se ci pensiamo, un bambino non fa mai una cosa per la quale non si senta preparato e pronto.
- Fare esperienze rischiose è importante. Una persona, un bambino che non si espone mai ad un rischio non ha la possibilità di imparare a gestire questa eventualità. Ovviamente stiamo parlando di rischio, non di pericolo. Il rischio può essere positivo e funzionale all’apprendimento, il pericolo chiaramente no.
Come favorire, allora, l’autonomia e la consapevolezza di sè?
1. Fiducia
Dobbiamo fidarci dei nostri bambini, lasciandoli provare. E’ sicuramente meglio che un bambino provi a fare qualcosa di “rischioso” con noi vicino, piuttosto che da solo in un momento in cui noi non siamo presenti perchè sa essere qualcosa che gli abbiamo vietato di fare. Tra l’altro, sappiamo che quando impediamo ai bambini di fare qualcosa, quella cosa diventa automaticamente molto interessante.
Vi faccio un esempio. La mia casa è disposta su due piani e io e mio marito abbiamo scelto di provare a non mettere il cancelletto sulle scale che impedisse a nostro figlio di salire o scendere. Non siamo estremi ed incoscienti e per questo ci siamo sempre lasciati aperta la possibilità di poter mettere il cancelletto qualora la situazione diventasse pericolosa per il nostro bambino. Ebbene, solo il fatto di non aver messo il cancelletto non ha reso la scala qualcosa di proibito e quindi una calamita di interesse per il nostro piccolo Elia. Siamo sempre molto attenti e quando Elia ha voluto per la prima volta provare a salire le scale gattonando l’abbiamo lasciato fare, ovviamente sempre con uno di noi due accanto. Oggi Elia ha 20 mesi, sa salire e scendere le scale da solo e sa che per farlo ci deve essere con lui anche mamma o papà, per questo quando vuole cambiare piano ci chiama. Noi oggi siamo abbastanza tranquilli, sappiamo che Elia non andrebbe da solo ma sappiamo anche che conosce l’ambiente scala, che ne ha percepito la profondità e l’altezza, sa che l’equilibrio è più difficile da controllare in quella situazione e questo l’ha reso più prudente e attento.
Molte volte mi sono chiesta se è stata questione di fortuna o se è Elia che per carattere tende ad essere particolarmente prudente e attento in certe situazioni. In realtà penso che lui ci abbia sempre ascoltati rispetto questa cosa perchè da subito ci siamo fidati delle sue capacità e l’abbiamo lasciato sperimentare. Come per le scale in tante altre situazioni abbiamo imparato gradualmente a metterci da parte e osservare, lasciando che scoprisse da solo i propri limiti in modo da trovare poi soluzioni, potenzialità e risorse. Abbiamo imparato, perchè per istinto siamo portati ad intervenire, bloccare, facilitare alcune azioni che i nostri bambini compiono. Ci viene naturale. Con questo non voglio passare il messaggio che è sbagliato mettere il cancelletto alle scale, penso che tutto dipenda da noi. Il cancelletto, così come qualsiasi altra “barriera architettonica”, ha lo scopo di renderci più tranquilli mettendo al sicuro i nostri bambini. Noi abbiamo fatto questa scelta, pur sapendo che sarebbe stata più impegnativa, in quanto avrebbe richiesto più attenzione da parte nostra, più presenza, più sguardo. Ci sono stati periodi in cui Elia preso dall’entusiasmo voleva continuamente salire le scale e forse questi sono stati i momenti più faticosi, ma devo dire che siamo stati contenti della decisione che abbiamo preso. Quindi se un genitore, per svariati motivi, non sente di poter investire a livello di attenzione e anche con un pò di paura iniziale in una scelta simile a questa, non sarà sbagliato il cancelletto messo sulle scale della propria casa. Il consiglio però che mi sento di darvi, è di far comunque provare ai bambini la salita e la discesa in modo che gradualmente imparino a conoscere anche quello spazio così particolare, oltre a sentire il loro corpo e il loro equilibrio in una situazione diversa dal solito.
2. Uno spazio senza barriere e meno interventi
Ecco allora che uno spazio libero da varie ed eventuali “barriere architettoniche”, diventa una vera palestra di allenamento per i nostri bambini che affamati di conoscenza vanno ad infilarsi nei buchi più stretti, si incastrano sotto le gambe di un seggiolone, cercano suoli in pendenza o in salita. Non sono bambini che vanno in cerca del pericolo, sono solo bambini che vogliono conoscere lo spazio che li circonda sentendo il loro corpo che si muove, che si infila, che perde l’equilibrio o che lo mantiene, che si incastra ma che riesce anche a liberarsi. Lasciamoli esplorare! Se ci pensiamo quando interveniamo troppo i bambini non si fanno meno male, anzi è più facile che accada qualche “incidente” proprio perchè nel corso del tempo avendoli interrotti più volte gli abbiamo impedito di apprendere lo schema motorio più corretto.
3. Non abusare di troppi ausili a sostegno del movimento
E’ ormai risaputo quanto il girello sia uno strumento abbastanza sconsigliato, non solo perchè rallenta lo sviluppo psicomotorio, ma anche perchè il bambino legato al suo interno non può godere della libertà di movimento che lo aiuterebbe invece a percepire meglio il suo movimento insieme a equilibri e disequilibri, impostando quindi una postura il più delle volte sbagliata e impedendo l’allenamento della muscolatura e il senso dell’equilibrio.
Anche l’utilizzo di braccioli e salvagenti va a parer mio limitato. Io non sono estremista in merito e credo che per tutte le cose ci sia una giusta misura che varia in base ad ogni singola situazione ed esigenza.
Braccioli e salvagenti limitano molto meno il movimento rispetto alla ciambella, quindi il loro utilizzo non danneggia nessuna funzione. E’ giusto soprattutto utilizzarli quando è il bambino a richiederli in una fase iniziale di approccio con l’acqua. Ma anche in questo caso il suggerimento è quello di alternarli a momenti in cui il bambino possa sperimentare l’elemento acqua senza ausili, imparando così ad acquisire sicurezza nei propri mezzi. State con loro, trasmettetegli fiducia e rassicurateli. Saranno probabilmente vacanze un pò meno rilassanti ma la relazione con i vostri figli si rafforzerà.
Anche per quanto riguarda la bicicletta con le rotelle non ci sono proibizioni, esse vanno bene e non danneggiano l’apprendimento della pedalata. Di nuovo però possono rallentare l’acquisizione di questo schema motorio. Ad oggi esistono splendide bici senza pedali e senza rotelle da far utilizzare ai bambini anche prima dei due anni. Ancora una volta il bambino dovrà fare affidamento solo sul suo corpo, aggiustando il movimento in base all’equilibrio. E’ stato dimostrato che i bambini che utilizzano queste bici, spesso fanno il passaggio diretto alla bicicletta senza rotelle, proprio perchè hanno sviluppato un maggiore senso dell’equilibrio.
4. Evitare di anticipare le varie tappe di sviluppo
Detto ciò, è importante che in ognuna di queste tappe, imparare a camminare, imparare a nuotare, imparare ad andare in bicicletta così come qualsiasi altro traguardo di sviluppo, vengano rispettati i tempi di ogni singolo bambino che saranno diversi da quelli di qualsiasi altro. E’ veramente fondamentale non anticipare le varie tappe motorie, non abbiate fretta che il vostro bambino impari a fare qualsiasi cosa e cercate di non paragonarlo ad altri bambini della stessa età. I bambini hanno ritmi diversi e noi dobbiamo imparare ad ascoltarli e rispettarli. Ogni bambino se lasciato libero di sperimentarsi, se sottoposto ai giusti stimoli e alle giuste esperienze imparerà a correre calibrando la velocità e prestando attenzione a dove metterà i piedi, imparerà a saltare controllando l’equilibrio e l’elevazione, riconoscerà le situazioni più rischiose mettendosi alla prova ma in modo attento e prudente, perchè avrà imparato a riconoscersi dentro il suo corpo che riuscirà poco alla volta a sentire e controllare.
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