Distacco e separazionePrimi giorni di scuola: Cosa aspettarsi e come comportarsi di fronte alle forti emozioni legate al distacco

Camilla Olioso

Primi giorni di scuola: Cosa aspettarsi e come comportarsi di fronte alle forti emozioni legate al distacco

“Quando arriva un bambino arriva una famiglia intera”

Alessandra Bortolotti

I primi giorni di asilo nido, scuola dell’infanzia o scuola primaria sono sempre caratterizzati da emozioni molto forti che coinvolgono i bambini ma anche i loro genitori. Si tratta infatti di entrare in una nuova realtà con spazi, tempi e persone diverse. E’ un esperienza particolare, durante la quale sarà necessario costruire nuovi legami e nuove relazioni.

Insomma è una partenza, un nuovo inizio.

Per capire meglio, provate ad immaginare di recarvi in un nuovo posto di lavoro, dove non conoscete i colleghi, non conoscete bene il datore di lavoro, non sapete ancora come dovrete muovervi all’interno di questo ambiente, non sapete dove sono i materiali che vi potrebbero servire, siete un pò emozionati, entusiasti, curiosi ma anche spaventati e in ansia.

Immaginando questa scena, forse, è più semplice provare ad immaginare come si sentono i nostri bambini quando arrivano in questi nuovi luoghi dove dovranno un pò alla volta imparare a stare senza mamma e papà.

Certo il paragone può sembrare un pò strano, gli adulti sanno cosa stanno andando a fare in quel nuovo posto di lavoro, i bambini più sono piccoli più non capiscono perchè sono lì, senza la mamma e senza il papà. La cosa certa però è che ogni nuova esperienza è sempre accompagnata da un turbinio di emozioni diverse e di forte intensità, e questo vale per tutti!

Ecco perchè è fondamentale accogliere le emozioni di tutte le persone coinvolte.

Parliamo di inserimento e di ambientamento sia quando intendiamo la prima volta a scuola ma anche quando si tratta del semplice rientro dopo le vacanze estive. Questo perchè in entrambi i casi i bambini si ritrovano ad affrontare un passaggio delicato, ovvero quello tra l’ambiente famigliare, conosciuto e con i propri riferimenti spaziali ed emotivi, dove il bambino vive all’interno di un ecosistema dove sa di avere già il suo posto e il suo ruolo, e l’ambiente educativo scuola o asilo nido dove ogni volta deve riscoprire il suo ruolo all’interno del gruppo di pari, dove deve confrontarsi con le regole sociali e condividere spazi, tempi, materiali e attenzioni con altri bambini. E’ un passaggio importante e per questo potrebbe non essere facile per tutti i bambini.

Cosa aspettarsi durante il periodo di inserimento

Iniziamo con il dire che il nostro atteggiamento positivo e fiducioso verso questa importante esperienza, farà davvero la differenza! Per questo sarà importante la scelta della struttura educativa dove portare i bambini, in quando deve essere un luogo dove il genitore per primo si possa sentire accolto, ascoltato e quindi predisposto ad instaurare un legame di fiducia con chi si prenderà cura del suo bambino durante la sua assenza. Se il genitore si fida e si approccerà a questa esperienza accompagnato da tranquillità e da emozioni piacevoli, per il bambino non potrà essere diverso.

Spesso, per noi genitori, tutte le novità e i cambiamenti tipici di questa fase di distacco appaiono come un passaggio molto faticoso e difficile. In realtà, se vissuto con gradualità, con il giusto approccio e con le dovute attenzioni, per i bambini si tratta di una fondamentale opportunità di crescita.

Sicuramente dovremo mettere in conto un pò di fatica che si tradurrà in forti emozioni che i bambini manifesteranno nel periodo concomitante l’ambientamento a scuola.

Ecco quindi, cosa potremo osservare nei bambini:

  • Il pianto. Sicuramente questo è l’elemento che più ci mette in difficoltà. La maggior parte dei bambini piangono, ma è anche vero che non per tutti debba essere una tappa obbligata durante l’inserimento. Può emergere al momento del saluto in entrata all’asilo oppure ci sono bambini che piangono molto anche una volta rientrati a casa. In ogni caso è un aspetto che non va mai sottovalutato, il pianto serve al bambino per mostrare il suo dispiacere e diventa un richiamo verso l’adulto per richiedere accoglienza e conforto. Se si verifica, quindi è importante gestirlo con molta disponibilità nel contenere le loro emozioni. Alcuni bambini piangono anche nel momento in cui la mamma o il papà va a prenderli all’asilo, anche in questo caso è legato alla forte emozione associata al ricongiungimento.
  • Crisi di rabbia e nervosismo. Durante questo periodo i bambini potranno essere più irascibili del solito. Anche in questo caso dobbiamo pensare che per loro è inizialmente molto stancante passare del tempo lontani da casa senza i genitori, per questo una volta a casa la tensione tenderà a scendere e con essa anche la stanchezza si farà sentire e lo sappiamo che quando i bambini sono stanchi sono anche meno pazienti. Come noi grandi d’altra parte.
  • Capricci e ribellioni. Anche quelli che noi tendiamo a definire “capricci”, ovvero quei comportamenti che mettono a dura prova la nostra pazienza, in questo periodo potrebbero aumentare nella frequenza ma anche nella loro intensità. In realtà i “capricci” altro non sono che forme comunicative di un disagio e quindi di un bisogno. In questa fase, infatti, il bambino può avere bisogno e quindi pretendere più vicinanza e una maggiore presenza da parte dell’adulto, per questo può arrabbiarsi molto, urlare o lanciare oggetti per attirare la sua attenzione nei momenti in cui noi adulti non riusciamo a dargliela come vorrebbe (mentre facciamo la spesa, mentre guidiamo la macchina, mentre cuciniamo…). Inoltre il bambino può aver bisogno di maggiori conferme da parte dell’adulto, come a dire: “ma allora tu ci sei? vediamo se ci sei!” , e per questo potrebbero mettere in atto vere e proprie ribellioni, facendo il contrario di ciò che gli diciamo, provocandoci e opponendosi.
  • Ricerca di più contatto e regressioni. I bambini più piccoli potrebbero in questo periodo richiedere più spesso di essere presi in braccio, cercando maggiormente il contatto corporeo. Anche i più grandi potrebbero cercare di più la presenza dei genitori per esempio nei momenti di gioco o nelle fasi più delicate della giornata come per esempio durante l’addormentamento. In generale molte volte si osservano anche delle regressioni, bambini che hanno il controllo sfinterico che riprendono a fare la pipì o la cacca addosso, oppure che richiedono di essere imboccati durante i pasti o che rifiutano di mangiare nel seggiolone, che tornano a dormire nel lettone con mamma e papà, risvegli notturni più frequenti, che parlano come bambini più piccoli, che richiedono di nuovo o maggiormente il ciuccio ecc. In tutti questi casi ciò che dobbiamo leggere è la comunicazione del bisogno da parte del bambino di riconfermare la relazione e il legame con la figura di riferimento, è il bisogno di trovare rassicurazione profonda e contenimento in un momento di fragilità emotiva.
  • Paura verso il nuovo. In questo momento potrebbero emergere alcune paure che sono legate al cambiamento della situazione e alle novità. Il bambino abituato a vivere all’interno di un sistema con il suo equilibrio si potrà trovare inizialmente un pò disorientato trovandosi in un contesto diverso dove dovrà approcciarsi a dinamiche differenti rispetto a quelle a cui è abituato.

Detto questo, ricordiamo e teniamo presente che vivere qualche fatica o una difficoltà fa parte del processo di crescita soprattutto perchè ci porta a scoprire di possedere strumenti e risorse per poterla superare.

Come dovremo, dunque, comportarci noi adulti?

  • Innanzitutto è importante avere sempre presente che i bambini hanno un ruolo attivo in questo processo, non sono “oggetti” inseriti passivamente all’asilo o a scuola, ma sono i protagonisti di questa esperienza. Tutti i bambini hanno tutto ciò che gli serve per iniziare questa nuova avventura, sono curiosi e competenti nell’esplorare il nuovo ambiente per entrare gradualmente a farne parte. Per questo dobbiamo avere fiducia nelle loro competenze. A noi adulti, genitori, educatori ed insegnanti spetta il compito di accompagnarli in questo passaggio avendo cura di creare un contesto fisico ma anche emotivo e relazionale pronto ad accogliere e a rispondere ai loro bisogni.
  • Un’altro aspetto importante è quello di non sottovalutare le nostre emozioni accogliendo e accettando tutte le preoccupazioni, i dubbi e la difficoltà che comporta l’affidare il/la proprio/a bambino/a ad altre persone. Il sentirsi in colpa o la sensazione di abbandono sono tutte emozioni naturali e comprensibili in questo momento soprattutto quando si è alla prima esperienza. Essere in contatto con le proprie emozioni permetterà anche di poterle gestire in maniera più consapevole. Prestare attenzione al nostro stato emotivo ci aiuterà ad accogliere le emozioni per poterle superare. Sarà utile quindi domandarsi “Cosa mi mette più in difficoltà?”, “Perchè ho scelto di portare il mio bambino in questo asilo/scuola?”, “Sto facendo il meglio per il mio bambino perchè…”
  • La durata e l’intensità del periodo di ambientamento non è uguale per tutti e non esiste un tempo giusto o sbagliato. Per tutti sarà però fondamentale un approccio graduale e attento. Infatti ci sono bambini che sembrano affrontare bene l’inserimento, vivendo serenamente i primi giorni o le prime settimane ma che attraversano un periodo di crisi più avanti, ce ne sono altri invece che già dal primo giorno non riescono a staccarsi dalla mamma o dal papà, altri ancora che sembrano sereni in quanto salutano tranquillamente i genitori e vivono bene la giornata a scuola ma che per un pò di tempo mangiano meno o dormono male, e poi ci sono bambini che scappano subito a giocare senza neanche salutare i genitori. I bambini sono diversi e così saranno diverse anche le loro reazioni, per questo sarà importante non fare paragoni tra bambini della stessa età ma neanche tra fratelli.

Cosa è importante ricordare

  • Raccontante ai bambini ciò che succederà, in modo sereno, fiducioso e rassicurante
  • Salutate sempre il vostro bambino prima di andarvene ed evitate di andare via “di nascosto” per non vederlo piangere. Se così fosse per il bimbo sarà un’ulteriore dispiacere e piangerà comunque dopo perché non capirà dove siete finiti. Può aiutare il fatto di dire al bambino dove andate “vado al lavoro e poi vengo a prenderti” o “vado a fare la spesa e poi torno”. D’altro canto è importante anche non prolungare troppo il momento del saluto in modo da non rendere più faticoso il distacco. Se il bambino vi sentirà incerti e insicuri nel lasciarlo all’asilo non capirà cosa sta succedendo e questo aumenterà la sua ansia da separazione. Quando state per andare, abbracciatelo forte, dategli un bacio e ricordategli che vi vedrete più tardi e poi andate. Se si aggrapperà a voi con forza, siate voi a passarlo tra le braccia della maestra/educatrice in modo fiducioso, fate in modo che non sia lei a dovervelo “strappare” di dosso.
  • Al rientro a casa cercate di essere presenti per lui/lei. Esserci fisicamente, emotivamente e psicologicamente per i bambini è la cosa più importante. Questa è una cosa da fare sempre, ma in questo momento ancora di più. Il bambino deve sentirci disponibili e attenti, deve percepire che siamo li per lui. A volte basta mezzora/un’ora di coccole, giochi e risate sul tappeto, la lettura di qualche libretto insieme accoccolati in un angolo morbido o mangiare qualcosa di dolce insieme sul divano. La cena, il bagno, la cucina da riordinare o il messaggio sul telefono possono aspettare. Vi assicuro che da questo momento ne gioverete molto anche voi, dopo una giornata di lavoro.
  • Lasciate che il bambino porti all’asilo o a scuola un’oggetto suo che gli ricordi casa che potrà tenere con sè, lo rassicurerà ogni volta che gli verrà un pò di nostalgia e compenserà un pò la vostra assenza.

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